Università
della
Svizzera
italiana
Academy
of Architecture
Laboratorio
di Storia
delle Alpi

 
 

Spazi locali e livelli di potere tra medioevo ed età moderna

27.04.2023

 

Spazi locali e livelli di potere tra medioevo ed età moderna

Il seminario si propone di indagare le interazioni tra locale e sovralocale, intesi nella loro dimensione territoriale, politico-amministrativa e rituale-simbolica. Ponendo al centro dell’attenzione gli spazi locali, ci si soffermerà in particolare sull’organizzazione del territorio, sugli attori politici e sulle forme di interazione (solidarietà, competizione, conflitto), che caratterizzano tale contesto, andando a studiare in che modo il rapporto con i poteri superiori contribuisca alle trasformazioni delle sue strutture di potere. La scelta di muoversi tra medioevo ed età moderna consentirà di analizzare tali fenomeni proprio nel momento di affermazione e di strutturazione dei poteri centrali. In questa fase, vari processi resero necessaria e impellente l’esigenza di conoscere e di dialogare con le comunità locali e condussero a un progressivo riordino delle strutture burocratiche e amministrative centrali: il rafforzamento degli Stati territoriali, la nascita degli Stati moderni, il successo del modello gerarchico e accentrato della Chiesa occidentale e la sua riorganizzazione in risposta alla Riforma
protestante.
A seconda del punto d’osservazione scelto, si possono vedere in azione forme di interazione differenti; per questo motivo sarà privilegiata una lettura su scale diverse. Il confronto tra documentazione eterogenea per natura e provenienza consentirà di arricchire l’indagine e gli spunti di riflessione, soprattutto attraverso uno studio attento degli usi lessicali, delle pratiche cerimoniali descritte, delle raffigurazioni e delle immagini fornite. Da un lato ci si interrogherà su come i poteri centrali leggano, interpretino e comunichino con il contesto locale (inchieste giudiziarie, riproduzioni cartografiche, ricognizioni fiscali, catasti, visite apostoliche e pastorali, stati delle anime sono solo alcuni esempi della varietà documentaria prodotta dai poteri centrali nella loro interazione con la realtà locale); dall’altro si studieranno le dinamiche politiche e sociali interne alle varie comunità attraverso la documentazione prodotta dalla loro azione e oggi conservata negli archivi comunali e parrocchiali, come gli statuti, i libri di conti, i verbali delle sedute consiliari, i ricorsi e gli appelli alle autorità superiori in contesti conflittuali o per l’ottenimento di diritti e privilegi.
Superando l’immagine statica del contesto locale come territorio articolato in comuni e parrocchie, si insisterà sul legame inscindibile tra identità comunitarie e pratiche sul territorio, e sulla coesistenza di configurazioni locali diverse a seconda dei diversi ambiti di azione. Segmenti differenti della società locale si raccolgono intorno a specifiche pratiche che intervengono sullo spazio locale. Poiché gli stessi individui agiscono all’interno di solidarietà differenti a seconda delle finalità perseguite – il fuoco, il villaggio o il rione, la vicinanza, la confraria o la confraternita, solo per fare qualche esempio relativo al contesto strettamente locale – ci si interrogherà quindi sulle relazioni esistenti tra queste realtà associative e sui vari percorsi, dall’esito tutt’altro che scontato, che contribuirono alla definizione, in età moderna, del comune come unità amministrativa territoriale e della parrocchia come unità di base della chiesa locale. Ci si chiederà, dunque, che cosa siano un comune e una parrocchia, quali i loro attori e i loro ambiti d’intervento e in che modo il processo di definizione dei poteri superiori abbia influito sulla loro strutturazione e, più in generale, sul funzionamento delle istituzioni locali.

In questo quadro, è possibile, benché non necessario, che le zone di confine attirino più di altre l’attenzione. Si tratta, infatti, di aree nelle quali la sovrapposizione delle strutture del potere centrale alle dinamiche economico-sociali locali si interseca con l’esigenza degli stati confinanti di definire i propri limiti. In queste situazioni, se da un lato la possibilità di ricorrere a differenti poteri superiori lascia alle comunità locali un margine maggiore di autonomia e di contrattazione, dall’altro essa contribuisce allo sviluppo di conflittualità latenti o all’insorgere di contrasti nuovi. La definizione dei confini statali in aree fino ad allora gestite secondo le logiche dell’azione comunitaria può infatti innescare competizione e conflitto
tra vicini per la gestione delle risorse.
Studiare gli spazi locali e i livelli di potere tra medioevo ed età moderna costituisce insomma una via privilegiata per ripensare il contesto locale, sia esso rurale o cittadino, alpino o di pianura. Non si tratta, beninteso, di rifiutare a priori le letture tradizionali dei rapporti tra Stato e comuni e tra Chiesa e parrocchie, quanto, piuttosto, di restituire al contesto locale la vivacità e il dinamismo che lo caratterizzano. Prendendo allora in prestito una felice ed efficace espressione coniata per ricostruire la complessità del dibattito sulla microstoria, saranno anche in questa sede posti al centro della riflessione i giochi di scala, con lo scopo di porsi nuove domande sul rapporto tra locale e sovralocale e di ripensare, anche rovesciando la prospettiva, le relazioni tra centro e periferia.

 

Studying local spaces and levels of power between the Middle Ages and the modern age constitutes a privileged way to rethink the local context, whether rural or urban, alpine or lowland. This is not, of course, to reject a priori traditional perspectives on the relations between state and communes and between church and parishes, but, rather, to restore to the local context the vibrancy and dynamism that characterize it. Borrowing then a happy and effective expression coined to reconstruct the complexity of the debate on micro-history, games of scale will also be placed at the center of reflection here, with the aim of asking new questions about the relationship between local and supralocal and rethinking, even reversing the perspective, the relations between center and periphery.

 

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